Modello Riace: truffa allo Stato o esempio da seguire?

L’arresto del sindaco Lucano divide l’opinione pubblica

Riace è un paesino calabrese di 1796 abitanti, e viene naturale collegarlo con i celebri Bronzi, statue greche trovate al largo delle coste di Riace Marina nel 1972 e conservate splendidamente a Reggio Calabria.

Da qualche anno, però, la piccola comunità calabrese si è guadagnata le pagine di autorevoli giornali e riviste per aver sviluppato un modello di accoglienza e integrazione rivolto ai richiedenti asilo decisamente particolare, con il sindaco Domenico Lucano, detto Mimmo, deus ex machina di questo disegno: pare che dal 2004 per le strade cittadine siano passati oltre 6000 richiedenti asilo, un numero particolarmente alto vista la dimensione della popolazione. A essi sono state affidate case abbandonate e piccole botteghe da gestire, han preso parte ad attività e laboratori tessili e di ceramica. Qualcuno ha dato vita a piccoli negozi etnici, portando a parlare così di “accoglienza diffusa”.
I locali hanno mostrato un buon grado di tolleranza accettando il nuovo corso e, in parte, godendo di questa nuova attenzione mediatica rivolta al paesino.
Un modello che nel 2016 fruttò al sindaco Mimmo Lucano l’inserimento da parte della rivista Fortune tra i 50 leader più influenti al mondo.

Un “carrozzone”, quello legato all’immigrazione -spesso irregolare-, che muove numeri importanti nell’economia comunale: sono oltre settanta i mediatori culturali usati per occuparsi delle “risorse” e vari altri insegnanti (una cinquantina) assoldati per insegnare la lingua italiana ai ragazzi appena arrivati.
Lo stesso sindaco un paio d’anni fa ha introdotto una moneta alternativa con cui pagare all’interno di un ristretto circolo di negozi i beni primari per far fronte ai ritardi relativi ai pagamenti che lo Stato e l’Unione Europea effettuano nelle casse del Comune, circa due milioni di euro l’anno.
Già perche questo sistema se da un lato è diventato motivo di vanto per una certa sinistra che fa dell’accoglienza e dell’integrazione un obiettivo da perseguire, dall’altro si basa esclusivamente sui fondi che regolarmente gli vengono erogati: un modello economico che ha bisogno del sostegno delle istituzioni.

Tutto rosa e fiori dunque? Macchè, il sindaco-simbolo ha spesso dimostrato di operare al limite della legge, talvolta superandolo, e il 2 ottobre 2018 è stato messo agli arresti domiciliari con l’accusa di istigazione dell’immigrazione clandestina.

A lui vengono contestati i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, concussione e abuso d’ufficio. In particolare, sotto la lente degli inquirenti era finito il rapporto tra il comune e le sei cooperative che gestiscono, senza aver vinto una gara pubblica ma solo attraverso delle convenzioni, i quasi due milioni di euro all’anno che finiscono a Riace per l’accoglienza.

A fianco del Sindaco si sono schierati vari intellettuali che, più o meno indebitamente, hanno scomodato Gandhi, Danilo Dolci, Nelson Mandela e Don Milani, giustificando in qualche modo il non rispetto della legge se finalizzato al perseguimento di un bene superiore.
Roberto Saviano ha tirato il ballo Thoreau commentando “Disobbedienza civile: questa è l' unica arma che abbiamo per difendere non solo i diritti degli immigrati, ma i diritti di tutti”.

D’altro canto non si vede perché la legge dev’essere fatta rispettare solo quando fa comodo a una certa fazione: se si reputano certe norme ingiuste vanno cambiate in Parlamento, non si può scegliere di farle applicare a discrezione.
Su questa linea d’onda gran parte del centrodestra e la Lega, che con Salvini su Facebook ha ironizzato “
La sinistra ha manifestato solidarietà al sindaco di
#Riace, ai domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Quando hanno indagato me, l’Associazione Nazionale Magistrati ha difeso il pm dichiarando “basta interferenze”, diranno le stesse cose?"

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Articolo pubblicato il 11/10/2018