Il “Pilone dell’Ebreo” a None – Un manufatto di origine ignota a cui si attribuiscono leggende popolari

La variegata complessità della cultura popolare

Le leggende popolari nascondono quasi sempre un fondo verità che inevitabilmente, con il passaparola, si è arricchito nel tempo di elementi fantasiosi, gratuiti, trasformandosi in una narrazione immaginaria, oggettivamente lontana dagli eventi storici a cui si ipotizzava la derivazione della leggenda stessa.

Non siamo in grado di dare una spiegazione razionale ed esaustiva di come questo sia avvenuto nel tempo. Tuttavia possiamo azzardare qualche ipotesi, che ovviamente restano tali.

Intanto prendiamo atto che le “leggende” hanno sempre accompagnato e permeato costantemente  tutta la storia dell’umanità, che si sono sviluppate e hanno mantenuto lo stesso meccanismo narrativo per quanto riguarda il messaggio da trasmettere.

Se la realtà, che vincola e  impone il percorso degli eventi, appartiene per sua natura alla storia ufficiale, sovente non evidenziandone la spiegazione, l’antropologia probabilmente riesce a proporre soluzioni alternative, di evasione da questa situazione insoddisfacente, subentrando con l’immaginazione che crea una nuova realtà narrativa.

Nuova realtà che, benché tutti la considerino una “narrazione poco credibile, se non irreale”, resta inspiegabilmente trasmessa e amplificata di generazione in generazione attraverso una complice condivisione. Fatto sorprendente, ma così è avvenuto finora.

Tuttavia se è “curiosa e intrigante” la leggenda che ha una trama con uno sviluppo coerente, lo diventa maggiormente quella in cui si intersecano narrazioni diverse per argomenti ed epoche, evidenziando la varietà e la complessità della cultura popolare che trova espressione e conferma anche attraverso questa tipologia di narrazioni.

È il caso della “narrazione” che il Dr. Gervasio Cambiano, cultore di storia locale e delle tradizioni popolari, ci propone con l’articolo sotto riportato.

Un ringraziamento all’Autore per la sua costante collaborazione.

Buona lettura.

 

                                   IL PILONE DELL’EBREO

 

Nella campagna tra None ed Airasca sulla vecchia strada sterrata che per secoli veniva usata per raggiungere  Scalenghe,  sorge  fiero e isolato, visibile a distanza, un bel pilone denominato dalla tradizione popolare “Il Pilone dell’Ebreo”.

La data di costruzione non è certa, ma tale manufatto è già presente sulla Mappa del catasto francese degli anni 1810-1812.  A tutt’oggi non riporta alcun affresco sulle 4 facciate. 

La leggenda locale narra che un uomo di religione  ebraica venne a risiedere in None  esercitando la professione di cambiavalute.  Dopo qualche anno, il suddetto personaggio avrebbe fatto erigere tale “Pilone”, probabilmente con l’intenzione di  mandare un messaggio alla comunità nonese che sarebbe stato un  cittadino dabbene e un “ buon cristiano”. 

Secondo vecchie testimonianze pare  che su di un lato del Pilone fosse stata affrescata l’immagine di una Santa con il moncherino, dove la mano della stessa fosse deposta ai suoi piedi.  Il tutto senza una ulteriore spiegazione.

Nel terreno, ai piedi di tale manufatto, secondo la leggenda, quella  singolare persona nascose un tesoretto di monete d’argento e d’oro. Il  Pilone è stato quindi  sbrigativamente denominato dall’identità del suo presunto costruttore, il Pilone dell’Ebreo. Non risulta poi che  quel “tesoretto” sia mai stato trovato, almeno ufficialmente.

Ancora una seconda leggenda locale dice che, dopo la battaglia della Marsaglia del 4 ottobre 1693, che provocò circa 12.000 morti e che si  svolse nei campi tra Volvera e Orbassano,  i Francesi occuparono None per ben 23 giorni.

Pare che lo stesso famoso generale Nicolas de Catinat, comandante supremo dell’armata francese, si aggirasse per il paese, sottoposto al saccheggio. 

Inoltre si narra che un alto ufficiale francese, comandante dell’Ufficio  preposto al pagamento delle truppe, facesse nascondere sotto il Pilone dell’Ebreo una grande somma di denaro  destinata alla paga dei soldati dell’armata.

Durante questa fantasiosa operazione, le “credenze popolari” hanno tramandato l’evento secondo cui venne trovato il tesoro dell’Ebreo. Non è però chiaro cosa accadde in seguito.

Tuttavia quegli anni di fine sec. XVII furono tra i più difficili e travagliati per il Piemonte, pertanto molti eventi che si sono succeduti in seguito rimangono ancora avvolti nel mistero e nella leggenda popolare.

All’inizio di questo secolo, esattamente nel 2003,  il Pilone dell’Ebreo di None venne meritevolmente restaurato dall’ANA Gruppo di None e dedicato alla memoria di un caduto  nel 1944  per mano tedesca di nome G. Giraudo.

Una bella pubblicazione di Maria Dell’Acqua “None, percorsi nella memoria”, per le Edizioni Alzani, ricorda il “Pilone” e la sua leggenda.

 

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Articolo pubblicato il 05/04/2019