Covid-19. Nel mese di aprile forte calo di contagi sul lavoro in Piemonte

Secondo le rilevazioni Inail sono 582 i nuovi casi registrati in regione ad aprile; 23.034 i contagi sul lavoro da inizio pandemia

Torino, 25 maggio 2021 - Il sedicesimo report della Consulenza statistico attuariale Inail evidenzia in Piemonte un significativo decremento delle denunce, sono infatti 582 i nuovi contagi registrati nel mese di aprile, a fronte dei 1.028 casi del mese di marzo. Riprende dunque il trend in discesa degli infortuni da Covid-19, che fino a febbraio ci aveva fatto assistere a un drastico calo delle denunce (3.468 casi a dicembre 2020; 1.735 a gennaio 2021; 825 a febbraio) segnando un‘improvvisa inversione di tendenza a marzo con più di mille contagi. Dal 1° gennaio 2020 al 30 aprile 2021 i casi registrati complessivamente in regione ammontano a 23.034, pari al 13,4% delle denunce pervenute a livello nazionale (171.804). Salgono a 51 i casi mortali occorsi in Piemonte (+4 rispetto al monitoraggio precedente), pari all’8,5% dei decessi da Covid registrati in Italia (600).

 

In Piemonte riprende il trend in discesa dei contagi professionali. “Nel mese di aprile si registra una sensibile diminuzione di contagi professionali rispetto alla rilevazione Inail del mese precedente, in linea con la diminuzione dei contagi generali registrati nello stesso periodo in Piemonte, dove si è passati dai 62.146 casi di marzo ai 32.085 del mese di aprile” commenta Giovanni Asaro, Direttore regionale Inail.  “Come in occasione del precedente report - aggiunge Asaro - l’analisi nella regione per mese dell’evento mostra un andamento dei contagi professionali quasi simile a quello medio nazionale, con incidenze maggiori nei mesi di aprile e novembre 2020 (in particolare a novembre si è raggiunto il picco dei contagi con il 26,4% delle 23.304 denunce pervenute da inizio pandemia), mentre a partire da dicembre 2020 si sono registrate incidenze addirittura inferiori alle medie nazionali (negli ultimi cinque mesi complessivamente 23,0% dei casi rispetto al 29,8% dell’Italia). È ormai confermato che il sempre più diffuso utilizzo di procedure di sicurezza e di dispositivi di protezione contro il virus, insieme al progredire della campagna vaccinale che investe percentuali via via maggiori di lavoratrici e lavoratori, rendono i luoghi di lavoro più sicuri dal rischio di contagio rispetto alla prima ondata e al periodo ottobre-dicembre 2020”.

Il Piemonte resta la seconda regione più colpita dai contagi. Il Piemonte con il 13,4% dei casi totali risulta tuttavia ancora al secondo posto tra le regioni più colpite dal contagio, dopo la Lombardia (25,8%). Seguono il Veneto (10,6%), l’Emilia Romagna (8,3%), e il Lazio (6,4%).

Per i casi mortali il Piemonte si assesta, come nel mese di marzo, al quarto posto, con una percentuale dei decessi da Covid registrati a livello nazionale che scende dal 9,0% di marzo all’8,0% di aprile, preceduto dalla Lombardia (29,5% dei casi totali), dalla Campania (11,0%) e dal Lazio (9,7%).

Tra le province italiane con il maggior numero di contagi da inizio pandemia il primato negativo spetta sempre a Milano, con il 9,7% del totale delle denunce, Torino è la seconda (7,1%) seguita da Roma (5,1%), Napoli (3,8 %), Brescia (2,6%), Verona e Varese (2,5%). Nel mese di aprile Torino, con 368 nuove denunce, è in terza posizione tra le province che hanno registrato il maggior numero di contagi professionali nel corso del mese, preceduta dalle province di Roma e Milano. Per quanto riguarda invece i decessi da Covid contratto sul lavoro da inizio pandemia, Torino si attesta sulla percentuale del 4,0% e, con 3 decessi in più rispetto al monitoraggio precedente, scende dalla quinta alla sesta posizione, preceduta nell’ordine da Bergamo (8,0%), Milano (7,8%), Roma (7,3%), Napoli (6,7%) e Brescia (4,7%).

 

In provincia di Torino concentrata più della metà delle denunce del Piemonte. L’aumento delle denunce relativo al mese di aprile ha riguardato tutte le province della regione, ma in particolare in termini sia assoluti che relativi Torino. Analizzando nel dettaglio la situazione infatti emerge che nel periodo 1° gennaio 2020 – 30 aprile 2021 è sempre nella provincia di Torino che si concentra oltre la metà delle denunce: 12.224, pari al 53,1% dei casi del Piemonte (368 le denunce registrate ad aprile 2021, a fronte dei 667 casi relativi al precedente mese di marzo). Seguono la provincia di Cuneo (3.224 casi totali, 63 casi in più rispetto all’ultima rilevazione), quella di Alessandria, 2.257 denunce (+ 51 rispetto a marzo), di Novara (1.818 casi, 36 in più del mese precedente). Nell’Astigiano da inizio pandemia le denunce sono 1.253 (+22 casi rispetto a marzo); nel Verbano-cusio-ossola 909 (+ 12); nel Vercellese 784 (+12); chiude la graduatoria sempre il Biellese con 565 denunce dal 1° gennaio 2020 al 30 aprile (18 in più rispetto all’ultima rilevazione).

Dei 4 decessi registrati nel mese di aprile 3 sono riferibili alla provincia di Torino che passa da 21 a 24 casi mortali (periodo 1° gennaio 2020 – 30 aprile 2021) e uno alla provincia di Alessandria che passa da 13 a 14 decessi da inizio pandemia.

 

Il maggior numero di casi sempre nel settore della sanità e assistenza sociale. Rimangono stabili le percentuali che emergono dall’analisi per attività economica. Nell’ambito della gestione assicurativa dell’Industria e servizi dove si concentra la maggioranza dei casi (98,9%), l’81,8% delle denunce codificate per settore di attività economica (Ateco) riguarda ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili del settore “Sanità e assistenza sociale” (61,2% delle denunce) e organi preposti alla sanità, come le Asl (20,6%).

Il settore "Noleggio e servizi alle imprese" registra il 5,6% delle denunce codificate, in particolare le attività di ricerca e fornitura del personale con il 46,9% dei casi e di supporto alle imprese 37,2%. Tra i più colpiti sempre gli addetti alle pulizie e i lavoratori interinali "prestati" a svariate attività e professionalità (comprese quelle di natura sanitaria e di pulizia). Nel settore dei Servizi di alloggio e ristorazione, presente con il 3,0% delle denunce, secondo l’ultimo report i casi sono concentrati prevalentemente nel comparto della ristorazione (83,0%).

Il settore delle “Attività professionali, scientifiche e tecniche” conta il 2,1% delle denunce, in particolare nell’ambito della consulenza aziendale e di direzione (47,8% dei casi).

La gestione per conto dello Stato (amministrazioni centrali dello Stato, scuole e università statali) registra lo 0,9% dei casi registrati; l’Agricoltura riporta sempre lo 0,1% delle denunce.

 

Infermieri, operatori sanitari e medici le professioni più colpite. L’analisi per professione evidenzia sempre la categoria dei tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti ecc.) come quella più coinvolta da contagi, con il 37,4% delle denunce complessive, il 78,1% delle quali relative a infermieri mentre l’8,6% riguarda assistenti sanitari e il 3,8% fisioterapisti.

Seguono le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (27,2% delle denunce complessive, di queste il 99,7% riguardano gli operatori socio-sanitari); i medici (8,1%); le professioni qualificate nei servizi personali e assimilati con il 5,3% delle denunce (di queste l’82,5% provengono da operatori socioassistenziali, il 4,8% sono assistenti socio-sanitari) e con il 4,5% delle denunce il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (di queste il 72,0% sono di ausiliari ospedalieri, il 14,5% di ausiliari sanitari e portantini e l’8,2% di inservienti in case di riposo).

Per quanto riguarda i decessi, il 24% dei casi codificati è riferibile al settore della Sanità e assistenza sociale, i più colpiti medici, infermieri e operatori sanitari.

 

Quattro contagiati su 10 nella fascia di età 50-64 anni. Stabile la ripartizione delle denunce per classe di età e genere: il 43,3% dei casi denunciati è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quella 35-49 anni (36,7%) e 18-34 (18,1%). Il 76,4% dei contagiati sono donne e il 23,6% uomini: il Piemonte continua a essere la prima grande regione con la maggior percentuale di lavoratrici colpite dal virus, preceduta soltanto dalla Valle d’Aosta e dalla Provincia autonoma di Trento che presentano rispettivamente il 77,8% e il 77,5% di donne contagiate sul lavoro da inizio pandemia.

 

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Articolo pubblicato il 26/05/2021