"Moderno sarà lei”

Un racconto del passato che ci mette in guardia sul futuro

Con la prefazione di Mario Giordano è in presentazione in queste settimane, in diverse città, l’ultima fatica di Gianluigi Paragone “Moderno sarà lei”.

E’ un libro molto gradevole, ambientato negli ultimi decenni del novecento, che si legge benissimo e che lascia oltre al piacere del ricordo di un tempo felice, il retrogusto di una idea deforme di modernità, dove anche il cibo e lo sport sono finiti dentro.

Il saggio si snoda in ben 387 pagine e conserva l’impronta di un grande divulgatore. Con 55 testimonianze di vita e situazioni realmente avvenute, ci porta a ricordi lontani della vita di ogni giorno, ma è un testo che focalizza alcuni stili di vita del politicamente corretto che i padroni della grande divulgazione, dal volto finemente accattivante ed umano ci vorrebbero imporre.

Si parte dalla descrizione di scene famigliari che esaltano consuetudini rimaste nelle nostre memorie per aprirci gli occhi sulle insidie della modernità, insite o nascoste negli stili di vita odierni.

Paragone è accorto nel segnalarci l’importanza dell’identità da salvaguardare rispetto agli interessi delle multinazionali del food and beverage. Lo fa parlando del delivery della nonna (“Ti vedo sciupato, portati queste arancine che ho fatto per te”) e di quello delle aziende del cibo d’asporto.

 

Sono riportati i dati economici del comparto agroalimentare e quindi del perché la fetta di mercato occupata dal Made in Italy faccia gola a chi punta alla standardizzazione del cibo.

Non è un caso che la Coldiretti abbia dato la propria disponibilità alla presentazione del libro: il cibo italiano è un valore che intreccia nutrizione, tradizione e identità.

 

Non si indulge in ricordi di tempi andati, seppur piacevoli da ascoltare, ma con la narrazione, si aiutano i giovani a vigilare sul presente. Per cui, se ci teniamo a non disperdere il patrimonio della nostra civiltà da trasmettere ai figli, dovremo diffidare dalle pelose e finte rivoluzioni Green (che non difendono l’ambiente, ma i business dei grandi gruppi finanziari patrocinati da Bruxelles), per non tacere i contorcimenti privi di risposte sensate che ci indicano quale bene assoluto le intelligenze artificiali, passando per un controllo sempre maggiore sulla vita dei cittadini.

 

A sostegno delle argomentazioni svolte e per corroborare le nostre inclinazioni positive, l’autore dal palco del prestigioso teatro Alfieri di Asti nelle scorse settimane ha presentato un produttore locale di dolci e cioccolato che continua, da generazioni a produrre genuinità, seguendo antiche ricette. Come il produttore di botti che, sempre da generazioni fornisce i viticoltori del Monferrato e non solo, con prodotti consolidati e collaudati e si rifiuta di smerciare le schifezze che arrivano dalla Cina, per garantire la qualità del vino.

 

“Non moderni”, con orgoglio è il messaggio diffuso ed in gran parte recepito, per evitare gli inganni della modernità, le truffe della globalizzazione, conservando il nostro patrimonio d’inventiva e tutelando l’occupazione locale. Ci resta l’inquietudine di aver concesso troppi crediti a una modernità sempre più difficile da gestire!

 

La lettura scorre perché si riscontra la logicità della narrazione che tratta in modo prevalente la vita che abbiamo vissuto negli ultimi decenni del novecento e ancor prima.

E sarà per la linearità dei tanti episodi e situazioni riscontrate che con maggior attenzione, ci convinciamo sull’idea di “modernità” con cui facciamo i conti senza riflettere al lato oscuro delle nostre vite formato digitale.

Come siamo arrivati a fare del cibo un pezzo della nostra società per immagini?

Perché i piatti che escono dalle cucine finiscono prima esaltati dai social poi nella nostra bocca?

E soprattutto perché se chiedi a un adolescente “Come trovi questa mela, questa pasta, questa carne” la risposta più gettonata è “Bella”?

 

Sono inoltre proposti con arguzia e correttezza, avvenimenti storici che hanno visto protagonista il nostro Paese ed alcuni personaggi di grande rilievo coinvolti.

Dalla schiena dritta di Bettino Craxi sui fatti di Sigonella, alle lungimiranti visioni di Enrico Mattei.

Con tutte le conseguenze negative occorse ai nostri protagonisti per aver osato sfidare il “Potere assoluto”. Ciò per farci capire che le insidie vengono da lontano, anche se oggi, se il cittadino non conserva la consapevolezza gli sarà oltremodo difficile sfuggire alla morsa.

La posta elettronica è più agevole del disservizio del postino e le ricerche su Google sono più immediate rispetto al tempo trascorso in biblioteca, ma dietro alla praticità della modernità emerge chi inesorabilmente cattura le nostre abitudini, le nostre inclinazioni ed i nostri interessi.

E’ una tagliola che purtroppo nasconde esiti e scenari ancora imprevedibili.

Cosa nasconde la morsa forzata per farci abbandonare l’uso della moneta cartacea?

Hanno iniziato con la serrata conseguente al Covid per obbligarci a scegliere i vettori del web a discapito del negoziante che obbligatoriamente doveva tenere chiuso il negozio.

Il pagamento elettronico diveniva l’unica soluzione prevista.

Così, accantonato il simbolo della nostra autonomia finanziaria, siamo divenuti ostaggio di chi scheda le nostre scelte, i nostri movimenti, ci toglie la percezione del valore intrinseco della moneta, per rinchiudere la nostra vita in un cappio teleguidato dai detentori del commercio abilissimi a governare, a migliaia di chilometri da noi, le nostre scelte ed indicarci la via da seguire.

Dopo ampie e documentate dissertazioni che descrivono anche la fierezza di coloro che, combattendo pe la libertà, si illudevano di essere usciti dal giogo della cattività, Paragone ci affida l’ultimo eloquente messaggio. “Ora tocca noi. Per quanto tempo ancora intendiamo concedere ai nuovi Padroni DioGitali di sfruttare le nostre vite?”

 

Gianluigi Paragone

MODERNO SARA’ LEI

Con la prefazione di Mario Giordano

Edizioni Sign Books €20

 

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Articolo pubblicato il 12/10/2023