Matteo Salvini presidia il Moi: “Qui il sindaco dorme, c'è bisogno di ripristinare la legalità” e il Moi risponde: “c'è bisogno di soluzioni concrete, non di propaganda”

Rossi vs Verdi, Matteo Salvini giunge a Torino, nei pressi dell'ex villaggio olimpico e si scaglia contro l'ammistrazione locale. L'accoglienza che i ragazzi del Comitato di solidarietà con profughi e migranti gli riservano non è certo quella riservata a un ospite gradito: “lo accogliamo così come abbiamo accolto Maurizio Marrone”

Matteo Salvini arriva nei pressi dell'ex Moi e mentre ai residenti pare non interessare più di tanto (i presenti sono spopratutto militanti), i ragazzi del Comitato di solidarietà con profughi e migranti invece, lo attendono determinati a non farlo passare: “se non vengono qui a provocarci, noi non facciamo nulla; li lasciamo lì a cuocere nel loro brodo, niente altro. L'accoglienza che riserviamo a Salvini è la stessa che abbiamo riservato a Marrone”, queste le parole di uno degli organizzatori del presidio radunatosi di fronte all'ex villaggio olimpico.

I ragazzi sanno bene cosa vogliono, ma il clima è disteso: un piccolo gazebo con qualche volantino, musica, palloncini e occupanti che giocano a pallone, mentre dalle balconate troneggiano striscioni in riferimento alle vicende di “mafia capitale”.

 

Un cordone delle forze dell'ordine intanto, funge da provvisorio “muro di Berlino”, non solo separando fisicamente il picchetto di occupanti da quello dei leghisti, ma anche le loro stesse idee e ideologie.

Il comizio di Matteo Salvini si è svolto senza tensioni o violenze, forse perchè le due fazioni non si sono praticamente nemmeno incontrate.

 

“Qui c'è un sindaco che dorme e che concede delle residenze che ai piemontesi nelle stesse condizioni non sarebbero mai concesse – dichiara Salvini accerchiato da militanti e residenti in piazza Galimberti e protetto da poliziotti e carabinieri, presenti ovunque in un esagerato dispiegamento di forze, probabimente allarmate dalle ultime vicende che vedono protagonista il leader leghista che prosegue – si tratta di ripristinare la legalità perché ci sono tanti italiani che questo Natale lo passeranno al freddo perché non hanno occupato".

Il messaggio critico lanciato da Salvini all'amministrazione piemontese appare in conclusione molto chiaro.

“Nel 2015 abbiamo il dovere di prepararci a governare, perché torneremo a governare”.

 

Terminato il suo discorso, alcuni residenti e simpatizzanti sgomitano per aver la possibilità di farsi immortalare con l'ormai prossimo nuovo leader del centrodestra.

 

Nel frattempo, i ragazzi del Comitato e dei centri sociali, muniti di striscioni intonano cori canzonatori come “Salvini merda” e “via i leghisti da Torino”, ma le giubbe verdi presenti tra le quali Roberto Cota, Mario Borghezio, Fabrizio Ricca (Comune), Alessandro Benvenuto (Regione) non se ne curano e continuano la loro attività.

“Vada via Salvini! Abbiamo bisogno di soluzioni concrete, non di propaganda” commenta una signora di mezza età facente parte del Comitato in difesa degli occupanti, che volge il suo sguardo di biasimo e disapprovazione al gruppo del Carroccio.

Considerato il potenziale esito della giornata, il bilancio può dunque considerarsi all'acqua di rose.

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Articolo pubblicato il 20/12/2014