Che nessuno si pieghi !

Editoriale del Vice-Direttore di Civico20News sulla strage del Charlie Hebdo

 

Negli anni della corruzione della Repubblica, della deriva populista e demagoga, tanti Savonarola della catarsi delle istituzioni invocano un auspicabile ritorno ai sistemi dell'autoritarismo. La libertà, a parere di questi, è un prezzo necessario per poter ristabilire il rigore e la virtù ormai persa dagli stati d'Europa. Riempiendosi la bocca di questa libertà, ne sottovalutano il costo e il valore, finendo per dimenticare cosa questa significhi veramente.

 

La libertà è un valore assoluto, presupposto necessario per tutti gli altri: per la democrazia, per la repubblica, per il bene comune. La libertà che è meglio concedere anche se male utilizzata, piuttosto che toglierla nel timore che non venga sfruttata al meglio. La libertà a cui non dobbiamo mai rinunciare, quella al cui prezzo dobbiamo sacrificare le nostre vite, anche se talvolta in modo simbolico e inconsapevole.

 

E' difficile dire se i redattori del Charlie Hebdo fossero veramente consapevoli della veridicità e della gravità delle minacce di morte a loro rivolte, ma, evitando di cedervi e continuando nel loro lavoro, hanno mandato a tutti i cittadini del mondo un messaggio di cui dovremmo fare tesoro: cedere alle pressioni non significa sacrificare la libertà, ma, ancora peggio, svenderla.

L'umorismo è una cosa seria e forse non lo è mai stato tanto come oggi. L'umorismo permette l'impermissibile, permette di ridicolizzare i padroni, i potenti e i sovrani. E' l'unico mezzo che talvolta si può avere per capire quel sentimento del contrario necessario per comprendere e interpretare il mondo. E la Libertà di Parola è Libertà di Umorismo, tanto quanto la prima è la base stessa del concetto di Libertà. Ma con un differenza: quando si fa umorismo si gioca, e nessun gioco dev'essere mai preso tanto sul serio da uccidere per impedirlo.

 

Sentiremo nei prossimi giorni ogni genere di barbarie, ognuna con la capacità di infangare la memoria e il pensiero dei redattori del Charlie Hebdo.

 

Sentirete anzitutto dire che il settimanale era di orientamento islamofobo e antisemita, e che per questo “se l'è cercata”. Quando arriverà questo momento, tenete bene a mente che nessuna libera Espressione di Pensiero, soprattutto se di Umorismo, può essere considerata come una giustificazione per un omicidio da parte di chi si è sentito offeso: se così fosse, ognuno di noi dovrebbe accettare senza remore la possibilità di uccidere oggi e venire ucciso domani e di vedere giustizia in tutto questo. Ricordate anche, per la loro memoria, chi sono state le vittime della strage: persone capaci di scherzare su tutti, sulla destra e sulla sinistra, sugli estremisti islamici e sugli islamofobi, sui cristiani e sugli ebrei. Proprio nella copertina di Charlie Hebdo di ieri apparivano due articoli: l'uno recensiva positivamente il libro “Sottomissione”, di Michel Houellebecq -la storia di una Francia governata in futuro dai Fratelli Musulmani-, l'altro ironizzava in maniera pungente sulla grande islamofobia dell'autore dello stesso testo.

 


 

Sentirete anche invettive alla malvagità della religione islamica e sulla bestialità dei suoi credenti. Sentirete i leader politici di mezza Europa aizzare le folle contro il nemico musulmano, che sarà definito come barbaro e quindi incapace di vivere tra noi occidentali. Quando lo sentirete, non cadete nella retorica di chi sostiene che tutti i seguaci dell'Islam sono estremisti, quindi assassini. Se lo faceste, sareste costretti ad ammettere che ogni religione è di per se stessa sanguinaria: senza andare troppo indietro nel tempo, dovreste ricordarvi dei massacri operati dagli estremisti induisti in India, dovreste ricordarvi delle rappresaglie dei buddhisti nel sud-est asiatico, dovreste ricordarvi della Strage di Sbrebrenica. Dovreste anche ricordarvi il pensiero dei redattori caduti della strage del Charlie Hebdo, che mai avrebbero voluto che le loro idee e il loro operato fossero ridotti ad una propaganda di qualsiasi parte.

 

Quello che dovremmo veramente sentire da domani, se fossimo un popolo così civilizzato come ci definiamo, è che non dobbiamo cedere mai e poi mai alle pressioni di chi minaccia la forza contro la libertà. Quello che voglio vedere da domani, come uomo e come collega dei caduti, è una presa di posizione monolitica in difesa della libertà di fare informazione e controinformazione. E vedere che la morte dei redattori -umani, e pertanto fratelli- del Charlie Hebdo, come principale conseguenza avrà la ferma decisione di non posare le armi della Parola e dell'Umorismo, che tanto ci servono per capire le contraddizioni del mondo e per combattere il male che da queste si genera.

 

E che nessuno si pieghi.

 

 

Bernardo Basilici Menini

 

 

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Articolo pubblicato il 09/01/2015