La La Land – il sogno hollywoodiano eletto film dell’anno

La commedia musicale diretta da Damien Chazelle con Emma Stone e Ryan Gosling che ha stregato pubblico e critica

Anno: 2016 

Titolo originale: Id.

Paese: USA 

Durata: 128 minuti

Genere: Musical, Commedia

Regia: Damien Chazelle

SceneggiaturaDamien Chazelle

Cast: Emma Stone, Ryan Gosling, John Legend, J. K. Simmons

Sette Golden Globes, cinque BAFTA, Coppa Volpi a Emma Stone e ben quattordici nomination agli Oscar. Ecco solo alcuni dei numeri di La La Land di Damien Chazelle, uno dei migliori e più attesi film della stagione, capace di mettere d’accordo la critica, di solito mai accesa di entusiasmo per i musical, e il pubblico di tutto il mondo.


Mia sogna di fare l’attrice a Hollywood, ma per ora i provini non vanno bene e lavora in un caffè degli studios; Sebastian è un pianista che ama profondamente il jazz e vorrebbe aprire un suo locale per ridargli voce, ma è costretto a suonare jingle nei ristoranti. Gli scontri/incontri tra i due porteranno a un amore fatto di speranze e sostegno reciproco, ma la vita reale si contrapporrà a quella immaginata. Avranno un happy ending da Hollywood?


Questo trascinante sogno hollywoodiano inizia nel traffico di un’autostrada di Los Angeles, un lungo e straordinario piano sequenza ballato da tanti giovani aspiranti attrici e attori che proclamano il loro amore per la città delle stelle, incipit più che limpido su dove porterà il film e con quali mezzi.

I colori sgargianti da Technicolor rutilante, le gonne a ruota e il canto inarrestabile ci parlano fin da subito di quella stagione fondamentale del cinema americano che sono stati gli anni Cinquanta, ai quali La La Land guarda con ammirazione e di cui omaggia la grandezza.

Impossibile, ammirando Mia e Sebastian ballare con le scarpe da tip tap, non pensare ai musical di quel decennio d’oro con Fred Astaire e Gene Kelly; le inquadrature sono orchestrate alla perfezione, nulla è lasciato al caso e c’è una sorta di horror vacui che non distoglie però l’attenzione dello spettatore dai numeri musicali dei protagonisti e dall’evolversi della loro relazione. I giochi di luci e colori, specie i tre primari, i cambi repentini di fotografia, gli accostamenti cromatici vividi sono magnetici da guardare, e ricordano musical come Spettacolo di varietà.

Film entrati a diritto nella storia del cinema, con i quali l’opera di Chazelle ha in comune la natura di evasione, puro divertimento e appagamento estetico che portano il pubblico in un’altra, trasognata dimensione, ricordandoci che una delle fondamentali caratteristiche del cinema è sempre stato lo svago. Il musical, pur avendo da sempre schiere di snobbissimi detrattori, forse più di qualsiasi altro genere ha incarnato alla perfezione questo scopo ludico. E in questo La La Land eccelle.

In un contesto temporale certamente contemporaneo ma volutamente vago per quanto riguarda i dettagli della cornice (alcuni costumi, la musica, i colori potrebbero senza sforzo essere in un film ambientato sessant’anni fa), il regista che conquistò la critica nel 2014 con Whiplash, l’americano Damien Chazelle, mette in scena un ironico e imperdibile racconto di Hollywood su Hollywood, sulle imperfezioni di quel mondo patinato che può promettere la luna e mandare al tappeto con la stessa velocità e noncuranza. E lo fa utilizzando non pochi cliché, poiché la narrazione ha poco di nettamente originale, ma è il come che lascia senza parole, è l’adattamento sublime degli stereotipi che rapisce e affascina.

Senza svelarne gli esiti, si può dire che la più incolmabile distanza dai grandi classici che cita, in La La Land la troviamo nelle ultime battute, dove la realtà ha il sopravvento sulla favola, anche questo in maniera inattesa. Forse alcuni (tra i quali, chi scrive) troveranno questa differenza il più grande, se non l’unico, difetto del film.

Le meravigliose musiche sono firmate da Justin Hurwitz, già collaboratore di Chazelle per Whiplash, e contano la bellezza di tre candidature agli Oscar, miglior colonna sonora e miglior canzone originale per Audition e la sublime City Of Stars, che ha già vinto un Golden Globe e un Satellite Award, premi che Hurwitz si è aggiudicato anche per la colonna sonora. I testi sono opera dei compositori teatrali Benj Pasek e Justin Paul. Mia and Sebastian’s Theme, il pezzo a pianoforte ricorrente che fa da sfondo all’amore tra i protagonisti, ha il potere di far venire i brividi e commuovere.

Emma Stone va decisamente di moda; due collaborazioni con Woody Allen, un’apparizione che le ha quasi fatto vincere un Oscar nell’osannato Birdman di Iñárritu, è una delle attrici di maggior successo del momento. Sia lei che Ryan Gosling, con il quale è alla terza collaborazione (e che, ad essere onesti, è discretamente più bravo di lei), hanno già vinto un Golden Globe per La La Land e sono in attesa dei premi Oscar. Appare abbastanza evidente che i due interpreti non brillano particolarmente né come ballerini né come cantanti, ma la chimica tra i due è tangibile e sufficiente per renderli un’ottima coppia cinematografica. La sequenza di ballo al tramonto che regala la splendida immagine della locandina è molto coinvolgente, e i due suppliscono a qualsiasi mancanza con una buona dose di abilità nello stare davanti alla macchina da presa, particolare che spesso si trascura, ma fondamentale per gli attori cinematografici.

Favorito come vincitore, sicuramente il musical farà incetta di premi Oscar, oltre alle decine di premi già ottenuti.

Definito da Variety “il film dell’anno”, La La Land è uno scoppiettante spettacolo di puro cinema, che fa del divertimento, del colore e della musica trascinante le sue armi migliori, senza dimenticare una certa riflessività malinconica su ciò che comporta seguire o meno i propri sogni. E’ un musical degno delle migliori pagine di Hollywood, che mette allegria e lascia lo spettatore con una grandissima voglia di rivederlo daccapo. Come recita lo slogan, “dedicato ai folli e ai sognatori”.

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Articolo pubblicato il 22/02/2017