Il Taoismo religione arcaica ma ricca di insegnamenti anche per l’uomo moderno.

Una delle forme religiose poco note in occidente ma ricche di fascino ed insegnamenti, è il Taoismo. Molti qui da noi si sono avvicinati a questa forma complessa di spiritualità, ma sempre in modo superficiale. I testi fondamentali di questa corrente sono tre: il libro del Tao e della virtù (Tao te ching), Lieh-Tzu (il vero libro del cavo e della virtù) e Chuang-tzu (il vero libro di Nan-hua).

Soprattutto gli ultimi due non sono stati presi molto in considerazione, dato che il Tao te ching è più o meno studiato sotto diverse traduzioni, dagli eruditi moderni.

Indubbiamente le espressioni criptiche del taoismo affascinano però tutte le menti che vengono in contatto con le sue affermazioni sibilline. Il taoismo è una via di azione diretta, essenzialmente basata sul “wu-wei”, che tradotto significa “ non agire”.

Il concetto del wu wei è fondamentale nel taoismo e sembrerebbe un paradosso. Indica l’azione effettuata col distacco interiore sufficiente al fine di non mettere in moto le forze duali e complementari dello yin e dello yang. Il noto mandala taoista che indica proprio queste energie simmetriche ma complementari - tatuato sul corpo da molti occidentali - è uno dei simboli più usati in modo superficiale oggigiorno che, comunque non può non affascinare le coscienze.

Il messaggio del taoismo però è essenzialmente in linea con quello di tutte le altre correnti spirituali originali e di buona fede. Ad esempio, l’inizio del decimo capitolo del Tao te ching, secondo la traduzione non letterale del libro di Jan Van Rijckenborgh  e Catharose de Petri dal titolo “La gnosi cinese“, afferma: ”colui che sottomette l’io animale all’Io spirituale può mantenere la sua volontà orientata su Tao. Egli non si lascia distrarre.“

Questa dichiarazione suona come nota a chi percorre un cammino di autoconoscenza al fine di risvegliare in lui la particella spirituale latente nel  cuore.

Nel capitolo diciannove è scritto: ”Rifiuta la saggezza, bandisci il sapere, così il popolo sarà cento volte più felice. Rifiuta l’umanitarismo, bandisci la giustizia, così il popolo troverà l’affezione paterna e l’amore filiare. Rifiuta le imposture, bandisci il gusto del profitto, così non vi saranno più né ladri né banditi.”

Questo atteggiamento consigliato a chi studia il Taoismo, è in completa contraddizione con le norme usuali della civiltà umana. E’ da notare che tutto quello che normalmente è ritenuto forma di sviluppo e progresso, secondo la visuale taoista in realtà è fonte solo di disarmonia ed ingiustizia. Non a caso nelle università non si studia il Tao te ching, poiché questo afferma proprio che ogni forma di conoscenza in realtà squilibra la psiche e crea attriti tra la popolazione.

Questo è un concetto che dovrebbe essere seriamente preso in considerazione dall’uomo moderno iper-cervellotico, poiché indica la natura sommamente deviata di chi fa delle conoscenze intellettuali l’unica fonte di saggezza.

Secondo le linee  base del taoismo, per trovare la vera saggezza bisogna abbandonare ogni studio che accumula dati nella mente. Questo ci ricorda il famoso detto di Socrate che dice: ”so di non sapere”. La vera saggezza infatti, denominata sapienza nella bibbia, non è intellettuale, ma è essenzialmente un modo pratico di agire nella jungla complessa dell’esistenza, un wu wei, un non agire secondo i termini usuali del linguaggio umano.

Viene smascherato anche l’umanitarismo organizzato, tanto caro ai filantropi egoisti dei nostri tempi. Molti in occidente si stanno rendendo conto che, la raccolta dei fondi tramite appelli televisivi, in realtà celano solo motivazioni di potere. L’umanitarismo organizzato infatti allarga ancora di più le discrepanze tra i popoli ricchi e quelli meno fortunati e spesso, i soldi raccolti tramite pubblicità ed appelli, vanno solo ad arricchire i promotori di tali attività.

Il modo di vedere le cose del taoista è quindi assolutamente rivoluzionario e basa le sue idee sul contatto diretto con l’antichissimo Tao che non si può definire a parole ma che, non di meno, regge tutti gli avvenimenti che si svolgono sotto il sole. E’ detto che “il Tao che si nomina non è il vero Tao”. Quindi il vero Taoismo non si trova nei libri scritti, ma nella condotta di vita ispirati eventualmente da questi, secondo la direttiva precisa del non agire.

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Articolo pubblicato il 01/08/2017