La trasgressione dell’ “artista maledetto” in quanto fattore di cristallizzazione animica.

L’artista è un essere più sensibile della media. E’ come se fosse preso nelle  reti di un fuoco dirompente che lo spinge a creare delle opere ben confezionate per veicolare ai suoi simili immagini e simboli di quello che percepisce con gli occhi interiori.

L’artista è un personaggio per lo più eccentrico, intento ad esplorare con tutti i sensi le gioie, i dolori e i misteri che la vita cela nel suo molteplice seno. Inoltre l’artista, il più delle volte è un ribelle, un trasgressore delle norme correnti dell’etica e della morale, e questo perché egli desidera ardentemente una sorta di libertà totale, completa ed assoluta.

E’ molto soddisfacente per un animo umano essere un “artista maledetto”, poiché ciò lo rende agli occhi della famiglia umana, una sorta di divinità in possesso di qualità  affascinanti sconosciute agli uomini della massa. Prendiamo ad esempio Charles Baudelaire.

La sua opera poetica dal titolo “I fiori del male”, lo ha proiettato nell’olimpo dei poeti maledetti, affascinando numerose generazioni con il suo alito proibito della trasgressione. In effetti possiamo dire che, le coscienze sensibili che potremmo definire “artistiche”, aprono in loro delle porte sottili della percezione, scivolando così nei domini sotterranei dell’inconscio.

Questa frattura psichica che si crea in loro, li rende più o meno inconsciamente, degli operatori alchemici intenti ad effettuare la prima opera, detta “al nero”. Questo stato di cose è sicuramente positivo, poiché apre prospettive esistenziali completamente innovative.

Se però l’artista così impegnato nella sua ricerca interiore non supera questa fase iniziale, la sua coscienza gradualmente si cristallizza, e quello che all’inizio era una attitudine psichica positivissima, si trasforma nel suo contrario, divenendo perniciosa e nefasta. E’ molto seducente  interpretare il ruolo dell’artista maledetto sul palcoscenico dell’esistenza, poiché questo dona riconoscimenti, lodi e rispetto.

L’attitudine degli artisti moderni è quella di essere sempre più trasgressivi, sempre più maledetti. Più un artista è dannato e preso nel fuoco del suo inferno, più ha successo e riconoscimenti. Questa tendenza a stagnare nella prima fase dell’opera alchemica, in realtà porta gli individui a regredire ad uno stato di coscienza primitivo, invece di elevarli verso vette più eccelse.

E’ singolare notare che, tra i lettori della Divina commedia, quasi tutti si sono cimentati nella lettura dell’inferno, pochi del purgatorio e quasi nessuno del paradiso. L’inferno affascina in modo morboso tutti gli esseri umani, poiché effettivamente, rappresenta uno stato vitale simbolico del tutto simile alla vita reale che pullula sul pianeta terra. La vita dell’artista maledetto però diviene inutile se costui non impiega la sua sensibilità  nel cercare di elevare tutta la sua coscienza verso lidi più “artistici”.

Essere degli artisti maledetti e basta, senza utilizzare queste qualità psichiche per una elevazione interiore, equivale quindi ad un lento ma sicuro suicido, in nome dell’arte e della trasgressione.

Molti cantanti rock, ad esempio, sono stati immolati sull’altare del loro mito costruito ad arte da un meccanismo economico crudele che non si esime di sacrificare i loro idoli in nome del guadagno. E tutti noi siamo affascinati da questi personaggi trasgressivi!

Jim Morrison da alcuni è lodato ancora oggi quasi fosse una sorta di Guru spirituale. Brian Jones, chitarrista dei Rolling Stones, forse è stato uno dei primi idoli rock a morire in seguito alla propria vita basate sugli eccessi. Prima di lui James Dean, idolo di una gioventù nascente  attratta dalla novità della ribellione e della trasgressione. Quanti nomi di artisti famosi potremmo aggiungere a questa breve lista?

In fondo ogni uomo è un artista maledetto, che cerca di rompere il cerchio chiuso della consuetudine in cui vive. Sempre più oggigiorno, la popolazione mondiale, soprattutto quella composta dalle giovani leve delle nuove generazione, segue le vie indicate dagli artisti maledetti più famosi.

Essere ribelli è uno stato di vita  oramai considerato non più appannaggio di pochi artisti, ma ritenuto quasi normale. Non è questo il sintomo di un risveglio interiore che deve essere incanalato verso vie più sane? Ovvero, la trasgressione non è un campanello di allarme che suona in seno ad una società oramai satura di vecchi valori  e che indica il bisogno di novità e nuove norme di vita?

Questioni queste su cui riflettere tutti personalmente.

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Articolo pubblicato il 16/12/2017