Dalla Camera via libera al taglio dei vitalizi!

Il provvedimento firmato da Fico ricalcola gli assegni sulla base del metodo contributivo

 

Palloncini gialli e bottiglie di champagne, cori e canti in Piazza Montecitorio, così è stata accolta la delibera della Presidenza della Camera che riguarda il taglio dei vitalizi, ricalcolati con il metodo contributivo e che coinvolgerà circa 1200 ex parlamentari, con un risparmio per lo Stato di circa 40 milioni di euro. La delibera sarà effettiva a partire dal primo gennaio 2019.

I sì sono stati 11, nove provenienti dal M5S e dalla Lega, uno dal Partito Democratico e uno da FD’I.
Ad astenersi sia Leu che Forza Italia: i primi hanno giustificato la scelta per bocca del capogruppo Pastorino il quale ha affermato "Ho sempre sostenuto la necessità di tagliare i vitalizi e per tutta la scorsa legislatura mi sono battuto per arrivare a questa misura. Ma avevo chiesto, in una lettera al presidente Fico, di seguire un percorso condiviso per arrivare a una soluzione che permettesse il raggiungimento dell'obiettivo. Invece i tempi sono stati forzati, tanto che alla Camera i vitalizi saranno tagliati e al Senato no". Mentre il partito di Berlusconi, che si dichiara certamente favorevole al taglio dei vitalizi, scommette che il documento, così come è stato presentato, porterà solo a una pioggia di ricorsi e costi per i cittadini.

 

In effetti la sensazione che la manovra lampo sia stata presentata più per un fine propagandistico che non per una questione di giustizia sociale emerge pensando che il taglio, per ora, riguarderà solo gli ex deputati della Camera mentre quelli del Senato non saranno toccati da tale legge. Una bella ingiustizia dovuta al fatto che la Presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati prima di partire con il Provvedimento preferisce fugare i pesanti dubbi circa la costituzionalità della stessa. Un atteggiamento più prudente che fa a pugni con la voglia di portare agli occhi dei cittadini i primi risultati anti-casta da parte del Governo gialloverde.

 

Com’era prevedibile è tutta la maggioranza ad esultare alla notizia: il Ministro del Lavoro e Vicepremier Luigi Di Maio dalla sua pagina Facebook esulta “Oggi è un giorno importantissimo per tutti i cittadini di questo Paese e, lasciatemelo dire con un po’ di orgoglio, anche per il MoVimento 5 Stelle. È un giorno di festa: finalmente vengono aboliti i vitalizi! Bye bye vitalizi!

E sulla stessa linea d’onda il Ministro dell’Interno Matteo Salvini che approfitta per tirare acqua al suo mulino “Con la Lega, dalle parole ai fatti”.

 

Il provvedimento, destinato a far gran rumore e che di sicuro troverà grande apprezzamento tra le fila degli italiani però nasconde la possibilità, nemmeno troppo remota, di contenere vizi di incostituzionalità: gli ex Parlamentari toccati da tale norma hanno già annunciato una class action contro gli uffici di Presidenza, e il Presidente dell’associazione che li rappresenta Antonello Falomi, ha già avvisato “Quella di oggi è una brutta pagina della storia di questo nostro disgraziato Paese. Le vere vittime non sono gli ex deputati, persone piuttosto anziane molte delle quali hanno gravi problemi di salute e di assistenza. Le vere vittime sono i cittadini italiani. Per loro non ci sarà più certezza dei diritti stabiliti dalle leggi. Per loro non ci saranno più parlamentari liberi di svolgere in piena autonomia il loro ruolo, ma parlamentari sottomessi ai condizionamenti economici e ai ricatti delle lobby e dei potenti di turno(…)

Parole che non fanno paura all’artefice del taglio, il Presidente della Camera Roberto Fico, il quale ha dichiarato “Non sono preoccupato. Ho scritto una delibera forte, sostanziale e sostanziosa che riapra ad un’ingiustizia” facendo proprio un principio “costituzionale per cui tutti i cittadini sono uguali”.

 

Per ora la palla passa ai membri della Corte Costituzionale che dovranno esaminare attentamente il caso, mentre tra i banchi del Governo l’intenzione di fermarsi non è minimamente contemplata. Riccardo Fraccaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, annuncia che presto verrà presentata una riforma costituzionale che porterà rispettivamente a 400 e 200 il numero di deputati e senatori con lo scopo di migliorare il processo decisionale dei cittadini.
Si affilano le armi per l’ennesima battaglia in favore della modifica della Costituzione: il Governo gialloverde sembra non temere quella che è stata la Waterloo renziana.

 

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Articolo pubblicato il 12/07/2018