Piemonte, Chiamparino annuncia che non si ricandiderà.

Il Presidente di Regione “Perdiamo tutto da 2 anni, serve segno di discontinuità”

 

Un passo indietro deciso, confermato in un luogo, la città di Baveno, posta sulle sponde del Lago Maggiore, che presto potrebbe scivolare via dal Piemonte per diventare parte della Lombardia.
Chiamparino, a settembre 70 anni, ha motivato la scelta di non ripresentarsi alle elezioni Regionali del prossimo anno con le continue débacle elettorali che stanno investendo il Partito Democratico ormai da anni “In Piemonte perdiamo qualsiasi elezione da due anni a questa parte, non so cosa debba ancora succedere per capire che serve una rottura, una discontinuità nelle candidature”.

Un ragionamento lucido, quello del Chiampa, sotto i cui occhi il Piemonte, da roccaforte di Sinistra, si è trasformato e ha cambiato colore o nel giallo grillino – a Torino - o nell’azzurro forzista striato verde lega nella maggior parte delle altre province: Cuneo, Asti, Alessandria e Novara sono gestite da sindaci di centrodestra mentre al Pd sono rimaste le briciole.

 

Prendendo il dato delle votazioni del 4 marzo in Piemonte al Senato la coalizione del Centrodestra ha raggiunto il 40,97%, con la Lega Nord a farla da padrona -22% -superiore al Pd, fermo un paio di punti sotto.
Un campanello d’allarme impossibile da non udire anche per chi di battaglie politiche ne ha vinte parecchie: Chiamparino, infatti, è stato a lungo apprezzato se non amato dai cittadini torinesi a cui ha regalato le celeberrimi Olimpiadi Invernali nel 2006, punto culmine della sua gestione che, è bene ricordarlo, hanno portato in dote anche una serie di debiti e strutture inutilizzate.

In carica dal 2001 a seguito del passaggio di consegne con l’allora sindaco Carpanini, colpito da un’emorragia celebrale, il Chiampa, laureato in Scienze Politiche e con una gavetta all’interno dell’area di centrosinistra, governa il capoluogo piemontese per un decennio in cui, oltre ai già citati Giochi Olimpici, verrà ricordato per aver dato nuova linfa a una città in cui Fca ha disinvestito parecchio, sostenuto la demolizione del Delle Alpi e conseguente costruzione dello J Stadium, inaugurato la metropolitana e lo sviluppo di numerosi eventi e saloni internazionali; non mancheranno alcune polemiche, come il suo impiego nella Compagnia San Paolo, la destinazione delle strutture post olimpiche e la cattiva gestione delle esumazioni al Cimitero Monumentale la cui indagine verrà archiviata.
Nel 2006 viene riconfermato stracciando Rocco Buttiglione - candidato del Centrodestra- con oltre il 66% dei voti e nel 2008, secondo la classifica annuale stilata da “Il Sole 24 ore” Sergio Chiamparino è al primo posto tra i sindaci più amati con il 75% dei consensi.
La sua striscia di successi continua nel 2014 quando riuscirà a diventare Governatore del Piemonte  surclassando i rivali Davide Bono del M5S fermo al 21% e la Pichetto, Forza Italia, al 22,09%.

Un vincente che, evidentemente, ha notato la necessità di farsi da parte per non essere schiacciato dall’ondata grillino-leghista.
Sempre da Baveno l'attuale Presidente di Regione indica la necessità di cercare “energie nuove” dando il via alla ricerca di un candidato credibile da proporre “Abbiamo di fronte una stagione di congressi, usiamoli per decidere se vogliamo un’alleanza, con quali partiti e discutiamo anche della figura di candidato presidente che vogliamo”.
A chi gli chiede se è soddisfatto dei risultati ottenuti da governatore del Piemonte risponde di sì, ma ammette “sono il primo a riconoscere che questo non è sufficiente. La gente non vota sui risultati, ma sui sogni e sulle emozioni”.

 

La notizia della non candidatura, però, non trova dall’altra parte un’opposizione compatta: se da un lato il centrodestra da tempo era convenuto sul nome dell’eurodeputato Alberto Cirio, forzista e benedetto da Silvio Berlusconi, da proporre alla Presidenza della Regione, ora con il nuovo Patto di governo la convergenza sembra tutt’altro scontata.
Nonostante gli intenti inutile negare che questa candidatura potrà reggersi solo se a livello nazionale non dovesse verificarsi una netta spaccatura tra Forza Italia e Lega; per ora Cirio ha mostrato tranquillità.
Certo che, chiunque sia il prossimo Presidente di Regione, dovrà fare i conti con il referendum che coinvolgerà il Verbano-Cusio-Ossola in cui i cittadini saranno invitati a votare per il passaggio alla Lombardia.
La piccola Provincia nata nel 1992, di appena 160’000 abitanti, potrebbe essere la prima italiana a fare il cambio di Regione, un’opzione che non ha visto la fervida opposizione di Chiamparino

“L’espressione della sovranità popolare rappresenta il momento più alto dell’esercizio democrazia” ma che ha ricordato “mai nessuna amministrazione” (prima della sua, ndr) “ha portato avanti progetti strategici come l’ospedale di Ornavasso e interventi su viabilità e infrastrutture”.

 

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Articolo pubblicato il 18/07/2018