Torino Fc vs Fc Bologna 2-3

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: bruttissima sconfitta casalinga del Torino, che ridimensiona le velleità europee

Il “Saturday-night match” che va in scena stasera allo stadio “Grande Torino”, chiude idealmente un trittico di partite “da vincere”, contro le ultime tre in classifica. Nei primi due casi la squadra granata c’è riuscita, pur molto faticosamente e grazie soprattutto alle reti di Andrea Belotti. 

Stasera contro il Bologna di Sinisa Mihajlovic (che personalmente applaudirò) è fondamentale portare a casa la vittoria (sarebbe la sesta consecutiva in casa), se davvero si vuole sentire la musichetta che introduce le partite europee (per favore basta però con i voli pindarici, almeno per adesso).

Gli anticipi sono stati tutto sommato favorevoli al Torino: la Fiorentina ha perso a Cagliari ed è ormai fuori dalla corsa all’Europa, Sassuolo-Sampdoria non ci interessa più di tanto, e la Roma ha perso nel tardo pomeriggio a Ferrara: in caso di vittoria si aggancerebbero i giallorossi al quinto posto. Tutto dipende da noi: crediamoci.

Walter “al bel gioco preferisco i punti” Mazzarri, stasera manda in campo (3-5-2)Sirigu; Izzo, Nkoulou, Djidji; Ansaldi, Meité, Rincon, Baselli, Ola Aina; Zaza, Belotti. Fedele al proprio credo tattico, il tecnico di San Vincenzo non schiera il tridente, conferma Zaza in attacco e lascia Iago in panchina, insieme a De Silvestri. Torna in difesa Djidji e Ola Aina occupa fascia sinistra.

Partenza sprint da parte di entrambe le squadre: rete annullata (giustamente) a Palacio per fallo di Lyanco su Sirigu, e sul rovesciamento di fronte tiro alto di un soffio sulla di Belotti. Ma dopo appena cinque minuti Torino è in vantaggio: sugli sviluppi di un corner, tiro dal limite di Ansaldi, deviazione di Pulgar che involontariamente spazza Skorupski. Al ’22 esce Dzemaili per infortunio, sostituito da Poli. Dopo un avvio pirotecnico, le due squadre rifiatano e si affrontano soprattutto sulla mediana. Proprio il nuovo entrato pareggia al ’28: Palacio si incunea in area e crossa, palla che si alza, deviata da Djidji, e che arriva di precisione sulla testa di Poli, che buca Sirigu (incazzatissimo per la rete subita). Vantaggio del Bologna al ’32: sugli sviluppi di un corner, Meitè colpisce la palla con il braccio; il Sig. Mariani consulta il/la VAR e concede il calcio di rigore che Pulgar trasforma, spiazzando Sirigu.

Gli ospiti finiscono il primo tempo giustamente in vantaggio: Mazzarri deve scuotere la squadra (e far entrare subito in campo Iago): inconsistente la reazione dopo le reti rossoblù; Mihajovic (fischiato, chissà perché), invece, può dirsi soddisfatto del risultato e del carattere dei suoi. La partita è comunque ancora aperta.

Comincia la ripresa con il Torino in avanti: una serie di cross che finiscono tutti fra le braccia di Skorupski. Dopo dieci minuti entra finalmente Iago, al posto di Baselli. Gran palla goal per Rincon: tiro di sinistro che il portiere alza sulla traversa, e sulla ribattuta Belotti non trova il tempo per ribattere a rete. Segna invece il terzo goal il Bologna: grande azione di Palacio sulla sinistra, cross perfetto per Sansone che insacca di testa, anticipando Djidji. Anzi, no: il/la VAR annulla per fuorigioco. Pericolo scampato per i granata: ora è davvero tempo di reagire. Parlavo del Torino e non del Bologna, chiaramente, ma è proprio la squadra ospite a segnare, stavolta in modo regolare: grande azione di Palacio (MVP assoluto del match), che lancia Orsolini in area, tocco di esterno sinistro e palla in rete. Per i granata è notte fonda. Buona trama del Torino: lancio di Ansaldi, gran controllo e tiro di Belotti, ma Skorupski devia in corner. Esce Djidji ed entra Berenguer: il Torino passa al 4-3-3, modulo tanto caro a Mihajlovic. I casi della vita.

La partita continua stancamente, senza grosse emozioni, con il Torino che a un minuto dal termine, trova la rete del 2-3 grazie a un regalo del portiere felsineo: lungo cross di Berenguer in area, colpo di testa di Izzo e palla che rimbalza sul petto del portiere, che manca la presa, e finisce in fondo al sacco. Espulsi Lyanco e Ola Aina. 

Bentornati sulla terra: la fortuna (o lato-B, forse è meglio) è probabilmente finita, il gioco non esiste (questo già si sapeva) e ben difficilmente sentiremo musichette europee, anche per quest’anno.

Il Torino prende tre pappine in casa da una squadra che lotta per non retrocedere: finchè è girata, tutti contenti e tutti pronti a salire sul carro del vincitore; ma se Belotti torna a mangiarsi i goal, Zaza gioca titolare lasciando in dieci la squadra, e Iago sta in panchina, non è possibile, e neanche meritato, andare avanti solo a colpi di ventura (sinonimo di fortuna), e a salvataggi del portiere. Il campo, prima o poi, presenta il conto.

E lo ha presentato stasera, caro e salato: la dura legge dell’ex, ridimensiona di brutto le ambizioni europee del Torino, sempre che siano state davvero tali, soprattutto a livello societario. I granata rimangono ancorati al settimo posto, in attesa delle partite di Atalanta e Lazio (una partita da recuperare), che potrebbero peggiorare ulteriormente la posizione in classifica. Mancano dieci partite alla fine del campionato, questo è vero, ma per andare in Europa occorre giocare a calcio (sembrerà un controsenso, ma è così), occorre una mentalità vincente (che la squadra non ha), occorre un allenatore che sappia rischiare (e Mazzarri non lo sa).

E per favore non parliamo di complottismo, di “Torino che dà fastidio”: tutte balle. Il problema sta nel giocare per non prenderle, anziché per vincere.

Nota finale per Ola Aina: ragazzo, sappi che andare faccia a faccia con l’arbitro e restare impuniti, è consentito solo ed esclusivamente ai tuoi colleghi che giocano a Venaria. Ti serva per il futuro.

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Articolo pubblicato il 16/03/2019