“Armenia. Il perché di un genocidio”, a Torino

Incontro con la prof. Enrica Forno presso il Centro Polifunzionale Sabir di via Dego 6

A Torino, venerdì 16 febbraio, alle ore 18:30, in via Dego 6, presso il Centro Polifunzionale Sabir, si terrà l’incontro “Armenia. Il perché di un genocidio”, organizzato dall’Associazione “Libertà in Azione” di Torino.

Interverrà la professoressa Enrica Forno, ricercatrice storica, dopo l’introduzione di Claudio Volante, presidente dell’Associazione “Libertà in Azione”. Ci sarà la proiezione di un video sulla storia dell'Armenia e saranno proposte testimonianze sulla situazione attuale.

Preceduto dalla persecuzione del sultano dell’impero ottomano Abdul Hamid II, iniziata 1894 che in due anni fa 50.000 vittime armene, il Genocidio Armeno avviene nel 1915, durante la Prima guerra mondiale, sotto il governo nazionalista dei “Giovani Turchi”.

A Costantinopoli, nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915, vengono arrestati tutti gli intellettuali, poeti e studiosi armeni. A maggio, gli armeni di Anatolia e di Cilicia sono deportati verso i deserti della Mesopotamia: le “marce della morte”, tra stenti e violenze, culminano immancabilmente con la morte per sfinimento dei deportati.

Non c’è accordo sul bilancio del massacro.

Gli armeni sostengono che le deportazioni, assieme alle altre repressioni, abbiano causato un numero di vittime compreso tra 1.200.000 e 1.500.000, quanto basta per parlare, appunto, di genocidio. I turchi, pur riconoscendo che sono stati compiuti dei massacri, ammettono “soltanto” 250.000-500.000 vittime.

Il governo turco ha sempre negato che si sia trattato di un genocidio e considera un reato parlare di “genocidio degli armeni”, punibile con una pena tra i 6 mesi e i 2 anni di carcere, per “vilipendio all’identità nazionale”.

 

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Articolo pubblicato il 15/02/2024