Perugia - Sei secoli di arte in cento capolavori: ”Da Raffaello a Balla”

Opere di arte inedite provenienti dall’Accademia Nazionale di San Luca

Palazzo Baldeschi, e Palazzo Lippi Alessandri presentano una mostra con un centinaio di capolavori che vanno: “da RAFFAELLO a CANOVA da VALADIER a BALLA”, curata da Vittorio Sgarbi e Francesco Moschini (Segretario Generale dell’Accademia san Luca) l’evento è stato inaugurato il 21 febbraio e sarà aperta al pubblico fino al 30 settembre 2018. La rassegna, è accompagnata da un catalogo edito da Fabrizio Fabbri Editore (pp. 231 ill. ni colori) con saggi del curatore e di  Francesco Moschini (il quale  traccia una rapida storia dell’istituzione Accademica romana), sono poi riprodotte tutte le opere presenti in mostra documentate e analizzate da schede scientifiche curate da vari  specialisti. La realizzazione della mostra avviene su interessamento della Fondazione CariPerugia Arte e l’Accademia San Luca.

Il progetto espositivo è un immersione d’arte nella storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, testimoniata da dipinti, sculture, disegni architettonici, bozzetti preparatori, tutti patrimonio dell’istituzione  accademica romana, e vengono messe in dialogo con altre della collezione Marabottini esposta permanentemente a Palazzo Baldeschi.

La mostra si snoda in dodici sale delle due sedi della rassegna perugina, seguendo un ordine cronologico. Le opere esposte sono state oggetto di una vasta campagna di restauri promossa e supportata dall’Associazione Forte di Bard (Valle d’Aosta).

Il percorso inizia da Palazzo Baldeschi, nella prima sezione è possibile ammirare l’affresco staccato del “Putto reggifestone”attribuito a Raffaello Sanzio appartenuto a Jean - Baptiste Wicar (pittore e collezionista francese). E’ una delle opere più prestigiose in mostra. L’opera è notoriamente affine al putto che affianca a sinistra il profeta Isaia dipinto da Raffaello nel 1511-12 nella chiesa di Sant’Agostino in Roma.  

Percorrendo gli  spazi si incontrano dipinti  di Bronzino, Pietro da Cortona, Jacopo da Ponte detto il Bassano, che convivono con terrecotte di Vincenzo Danti e del fiammingo Giambologna.

Il Seicento è presente con pezzi importanti dell’Accademia Nazionale di San Luca, in mostra spicca una teatrale opera raffigurante la “Cattura di Cristo” eseguito dal Cavalier d’Arpino, un eccelso quadro ad olio su tavola eseguito all’incirca nel 1622 da Peter Paul Rubens: “Le ninfe incoronano la dea dell’abbondanza “,  Anton Van Dyck con la “Madonna con il Bambino fra angeli musicanti”, e un’altra stupenda “Madonna con il Bambino che le porge un frutto” del Sassoferrato. 

La sesta sala è un tripudio di capolavori tra i quali campeggiano la compostezza di Amo Venere del Guercino, il mondo del visionario pittore fiammingo Jean de Momper, Pietro da Cortona, mentre il Settecento è quasi tutto rappresentato con opere di maestri europei da Angelika Kauffmann a Jan Frans Van Bloen, questi dipinti a loro volta  sono messi accanto a prestigiosi gessi come quelle  del grande scultore danese Thorvaldsen, o con   il particolare del gesso di Antonio Canova che eseguì per il monumento funebre in san Pietro nel 1784 a Papa Clemente XIII. 

Una delle stanze è dedicata ai disegni dell’architettura (che la collezione dell’Accademia è ricchissima) per l’occasione sono stati scelti gli spettacolari progetti per un Regio Palazzo in villa di Filippo Juvarra e il rinnovamento di Roma nei progetti del Panteon e di Piazza del Popolo dell’Architetto Giuseppe Valadier.

Nel Palazzo Lippi Alessandri (Sede della seconda parte della mostra) il pubblico potrà ammirare artisti di fama internazionale come l’artista veneziano Francesco Hayez autore de ”il bacio” opera simbolo del romanticismo italiano, Jean Baptiste Wicar, pittore amatissimo da Canova e autore del ritratto di Valadier. 

Il periodo della “Scapigliatura” è documentata dalle moderne prove di Tranquillo Cremona, con un misterioso “Ritratto di Donna”, mentre di Federico Faruffini, un ombroso “Autoritratto”. Di espressione artistica novecentesca è il quadro “il Contadino” eseguito  dal torinese Giacomo Balla.

Un altro ritratto è quello dello  scultore Giovanni Nicolini realizzato da Antonio Mancini. Il dipinto forse più poetico dell’intera collezione è “il Ritratto di Bianca in piedi la giovane figlia del pittore Amedeo Bocchi, morta ventiseienne nel 1934, mentre attraversa le stanze  della casa, portando una teiera in ceramica.

Un'altra scultura in esposizione è quel bellissimo esemplare di gesso eseguito da Alberto Viani nel 1958 “Nudo di Donna”. Scrive Luca Pietro Nicoletti nella scheda che accompagna l’opera:”Il nudo femminile, in particolare, è il soggetto principale di questa stagione:acefalo, il corpo femminile e principalmente un torso di volumi morbidi da cui affiorano rimandi all’anatomia umana …” 

Orari per la visita martedì, mercoledì e giovedì 15,30-19 mentre il venerdì, sabato e domenica 10,30-13,30 15-19. Lunedì chiuso. 

 

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Articolo pubblicato il 07/04/2018