Quando il calcio torna a essere gioco di squadra

Due semifinali come non se ne vedevano da tempo: cosė la Champions porta in finale il derby tutto inglese

Una volta in Italia i campionati potevano vincerli anche Torino, Sampdoria, Verona, Roma e Lazio, così come è accaduto tra gli anni ’70 e l’inizio del nuovo millennio.

Quando, però, la buona vecchia regola dei 3 o 4 stranieri per squadra scompare, ecco che i soldi fanno ancora più la differenza e certi club riescono a vincere, rivincere e stravincere, come la Juventus degli ultimi anni, poiché le sole in grado di potersi permettere i grandi campioni.

Negli ultimi anni il campionato italiano sta diventando di una noia mortale, e lo scrive uno come il sottoscritto di fede bianconera, ma anche altrove le cose non vanno molto diversamente, dal momento che negli ultimi quindici anni in Spagna hanno vinto il campionato quattordici volte il Barcellona e il Real Madrid e che in Germania il Bayern Monaco ha conquistato gli ultimi sei trofei.

Recentemente, però, abbiamo assistito ad alcune situazioni sorprendenti, come l’Atalanta, in grado di ipotecare seriamente un suo ingresso in Champions League e in finale di Coppa Italia, e come le due finaliste europee, Liverpool e Tottenham, capaci senza i loro campioni Salah e Keane di ribaltare 3 goals, per non parlare dell’Ajax privo di fuoriclasse in grado di arrivare sino in semifinale.

Certamente, nel calcio avere i fuoriclasse come Ronaldo e Messi è importante, ma quanto è successo nelle due semifinali di Champions League dimostra come il collettivo sia fondamentale e di come il calcio resti un gioco fondamentalmente di squadra nel quale la determinazione, la tenacia, la tattica possano consentire di raggiungere risultati e imprese impensabili.

La Juventus di Ronaldo e il Barcellona di Messi si sono probabilmente affidate troppo ai loro due campioni, ma con il resto della squadra in condizioni psico-fisiche non eccellenti hanno mostrano i propri limiti a chi già a inizio stagione le dava per finaliste.

Già si parla della possibilità di togliere la regola del gol più pesante se fatto in trasferta e ciò va proprio nell’ottica di costringere le squadre ad assumere un atteggiamento più deciso comunque e sempre senza fare troppi calcoli, senza difensivismi e ripartenze veloci tipiche del calcio nostrano, poiché in fondo il calcio deve essere divertimento e fisicità e non attività intellettuale in cui prevalgano troppo spesso calcolo, strategia e campioni.

 

 

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Articolo pubblicato il 10/05/2019