Un calcio alla fase 2

Mentre tutti si impegnano per rispettare il distanziamento, il Calcio va in autonomia

Il virus dovrebbe essere, come avrebbe detto Totò, una livella che ci mette tutti sullo stesso piano: stessi pericoli, stesse precauzioni, ma purtroppo da quel che si vede nel mondo del Calcio non pare essere proprio così.

Dopo mesi a discutere se fosse prematuro o no ricominciare a giocare sui campi da calcio, si è arrivati al compromesso di far riprendere il Campionato, ma a porte chiuse, facendo entrare i giocatori dagli spogliatoi in maniera frazionata, con gli allenatori con tanto di mascherina.

Siccome, però, parafrasando George Orwell, tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri, ecco che dopo il gol del Napoli contro l'Inter, nalla semifinale di ritorno di Coppa Italia, abbiamo assistito a una vera e propria ammucchiata di giocatori, ovviamente senza mascherina, così come la nuvola di giocatori milanisti attorno all'arbitro per l'espulsione di un compagno nella sfida contro la Juventus.

In un Paese normale ci saremmo aspettati qualche dichiarazione da parte delle Istituzioni, e invece tutto pare andare avanti senza alcuna riflessione, se non le numerose proteste sui social network, per via del fatto che mentre gli artisti sono stati costretti a rimanere senza lavoro poiché evidentemente non ci si poteva nemmeno permettere di far entrare le persone nei teatri alternando i posti a sedere e laddove i commercianti hanno dovuto sostenere costi non indifferenti per sanificare e gestire le code di clienti, sui campi da calcio i giocatori si abbracciano, sudati e senza mascherina.

Tra l'altro, pare che dopo alcune giornate di campionato che stanno per iniziare, la Lega Calcio sia dell'idea di far entrare una parte degli spettatori e in quel caso ci domandiamo come si faranno a controllare decine di migliaia di individui scatenati sugli spalti.

Dopo i vari assembramenti e i selfi di piazza per le manifestazioni del 2 giugno, c'è da domandarsi se si sia in presenza di cittadini di serie A (che possono fare ciò che vogliono) e cittadini di serie B (che debbono attenersi scrupolosamente alle direttive governative) e parebbe proprio che anche per la società civile vi siano due campoionati, anche se in questo caso la salute pubblica non dovrebbe avere categorie calcistiche!

 

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Articolo pubblicato il 17/06/2020