Due appuntamenti a Torino per Maria degli Angeli: 24 e 29 novembre 2017

Convegno presso il Seminario Arcivescovile e Presentazione della biografia presso l’Auditorium Vivaldi

Civico20News ospita la locandina-invito- programma delle manifestazioni per Maria degli Angeli, nel trecentesimo anniversario della morte, del  Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis/ABNUT- Amici Biblioteca Nazionale Universitaria/B.N.U.TO al fine di contribuire alla diffusione dell’ informazione.

*******


*******

Beata Maria degli Angeli Marianna Fontanella


*******

 

Marianna Fontanella vede la luce a Torino il 7 gennaio 1661, undicesima nascita in seno a una famiglia nobile e agiata, che ne conterà complessivamente tredici tra maschi e femmine.

Come ultima bambina è, secondo consuetudine, destinata al matrimonio. Vivace, intelligente, volitiva, molto sensibile ai valori religiosi e cristiani, ma altrettanto aperta alle realtà terrene, è affidata per l'educazione alle cure di un precettore che vive in casa. Singolare la passione per il ballo in cui eccelle e che la fa brillare in società.

La prima Comunione segna una svolta decisiva nella sua esistenza. Guidata  sapientemente a una vita di intensa orazione dal suo direttore spirituale, si distacca a poco a poco dalle frivolezze della vita di società.

Nel maggio 1676, durante un’ostensione della Sindone, matura la decisione di farsi carmelitana scalza. Vinta l’opposizione della famiglia, entra il 19 novembre 1676 nel monastero di S. Cristina e prende il nome religioso di Maria degli Angeli.

L’anno successivo pronuncia i voti solenni. Segue un periodo (circa quattordici anni) di lunghe prove interiori, accompagnate da straordinarie grazie mistiche. Alla fine del 1691 cessano le dolorose "purificazioni". Ha acquisito una grande maturità umana e spirituale, un perfetto equilibrio interiore che traspare da tutto il suo comportamento.

I Superiori le affidano l'educazione delle novizie, sebbene abbia solo trent'anni di età. Si rivela una Maestra d'eccezione, soprattutto perché sa insegnare “vivendo”.

Nel 1694 è eletta per la prima volta priora, carica che ricoprirà altre tre volte.

Nel 1695 ottiene, con l’appoggio di Madama Reale Giovanna Battista, che le autorità civiche eleggano s. Giuseppe compatrono di Torino, assicurando che cosi avrà fine la guerra che da cinque anni affligge il ducato.

La pace di Vigevano, firmata nell'ottobre 1696, le dà ragione. Pronostica la nascita del principe ereditario Vittorio Amedeo che vede la luce nel 1699, dopo quindici anni di attesa, e del fratello Carlo Emanuele, due anni dopo, tutte grazie che attribuisce all’intercessione di s. Giuseppe.

Nel 1703 fonda a Moncalieri un nuovo Carmelo che intitola a s. Giuseppe, il santo più amato. Durante l’assedio di Torino nel 1706, rassicurata da due successive visioni della Madonna, esorta a tener duro perché alla festa di Maria Bambina, il 7 settembre, Torino vedrà la vittoria.

E' rimasta famosa la sua frase, ripetuta sui bastioni e in città dal Valfré: “Alla Bambina vinceremo. La Bambina sarà la nostra liberatrice. Altro fatto singolare è la previsione della peste bovina che colpisce il Piemonte negli anni 1713-1715.

Le dame di Corte, che entrano in monastero al seguito di Madama Reale o della duchessa Anna per unirsi alla preghiera delle monache, sono spettatrici curiose (e pettegole) delle sue estasi frequenti.

Personaggi illustri del clero e dell'aristocrazia conferiscono con lei per sottoporle problemi spirituali e materiali. Madama Reale, la duchessa Anna e lo stesso duca, poi re, Vittorio Amedeo II hanno con lei un rapporto privilegiato, come dimostra la corrispondenza che si conserva all’Archivio di Stato di Torino.

La sua fama di santità è tale che alla sua morte, avvenuta il 16 dicembre 1717, i torinesi si riversano come un fiume in piena verso S. Cristina (“la folla si accalcò con tanta ressa che fu necessario mandare un corpo di guardie per regolarne l'afflusso, dopo che era addirittura crollata la balaustra dell’altar maggiore sotto l'urto della fiumana che avanzava”) per venerare la salma, porgere oggetti da far toccare al suo corpo, ottenere frammenti di qualche cosa che le sia appartenuto.

La salma inumata nel sepolcreto delle monache sotto il coro grande sta in loco fino al 1802, quando per le leggi napoleoniche che chiudono il carmelo, è trasferita nella chiesa di S. Teresa, dove tra alterne vicende resta fino al 1988 per la definitiva collocazione nel monastero di Moncalieri.

La causa di beatificazione, iniziata già nel 1720, si conclude solo il 25 aprile 1865 a firma di papa Pio IX.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/11/2017