Noemi Durini – Il fidanzato sarà processato.

Il Gup non ha accolto la richiesta di messa alla prova che avrebbe garantito la scarcerazione a Lucio.

Il GUP del Tribunale per i Minori di Lecce, ha acconsentito alla richiesta di rito abbreviato per il fidanzato di Noemi Durini, Lucio Marzo, in carcere, accusato dell’omicidio della sedicenne, trovata morta il 3 settembre 2017. Non è stata accolta la richiesta di messa alla prova per l’allora 17 enne Lucio, disponendo che andrà a processo per omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà per motivi abietti e futili e per occultamento di cadavere, rinvenuto solo dopo 10 giorni, sotto un cumulo di pietre. Noemi era ancora viva quando fu seppellita.

Purtroppo, osserva il magistrato, dottoressa Ines Pisano, su Rai 1, la nostra legislazione, in caso di minorenni che hanno commesso reati fino a 25 anni, fornisce la possibilità che il giudice disponga che l’indagato possa evitare totalmente il processo, addirittura anche nell’ ipotesi della commissione di fatti molto gravi, come l’omicidio, attraverso la messa alla prova e di evitare così, il carcere, sottoponendolo a un periodo di valutazione della sua personalità.

 

In questo caso la fase processuale non sarebbe stata applicata.

Invece, per Lucio, il giudice ha ritenuto che debba affrontare un processo.

Purtroppo, siamo, però, di fronte al solito problema, ossia il problema del rito abbreviato.

 

In questo caso, c’è da dire che, purtroppo, i due ragazzi erano solo fidanzati, per cui, non essendo sposati, non si applicherà l’aggravante che normalmente si applica nei confronti degli uxoricidi. Quindi la pena sarà, non solo ridotta, perché avremo lo sconto di un terzo per il rito, ma anche ridotta perché non avremo questa aggravante. Ci auspichiamo quindi, la realizzazione di una famosa proposta di legge che prevede di eliminare l’abbreviato per i reati puniti con l’ergastolo.

 

La proposta di legge, prevede l’introduzione di un’aggravante per il femminicidio ogni qualvolta un uomo uccide una donna, indipendentemente dal fatto che si sia coniugati, perché il reato non può essere meno grave se si è fidanzati o solo amici. In questo caso, se la legge fosse entrata in vigore, Lucio avrebbe rischiato una pena più alta.

 

Quanto alla figura della madre, da mamma, da donna, questa signora avrebbe dovuto comprendere che Noemi era la fidanzata del figlio.

 

Certo, è nella natura umana, che una madre, un padre, proteggano il loro figlio, a meno che non si commetta un reato in più: il favoreggiamento, l’aiuto, il mentire per proteggere il proprio familiare, non viene punito, anche se dovrebbe essere valutato fino ad un certo limite, e questo limite non bisogna che venga oltrepassato al punto da arrivare ad offendere la vittima.

 

Quello che ha detto la mamma, quindi,  non finirà  negli  atti processuali, non sarà oggetto di valutazione,  però, quello che ha detto Lucio, a proposito del fatto che Noemi voleva uccidere i suoi genitori, sarà invece, oggetto di valutazione, perché la caratteristica dell’abbreviato,  rispetto all’ordinario, è  che il giudice prenderà in considerazione tutte  queste dichiarazioni e non credo proprio che le prenderà in considerazione per uno sconto di pena, anzi, al contrario, proprio  perché rappresentano il tentativo di far trasferire la responsabilità di un fatto, così grave, sulla sua ragazza, verranno valutate contro Lucio. Nel rito abbreviato, entrano tutte le dichiarazioni rese, con l’ordinario, invece, queste dichiarazioni non sarebbero state valutate.

 

La particolarità di questa storia, è che stiamo parlando di minorenni che per la legge italiana, all’età 16 anni, sono liberi di avere rapporti sessuali.  Nella mia esperienza, da magistrato, ho potuto comunque osservare che, di fronte a pericoli, sospetti, alcuni genitori sono venuti a segnalare i comportamenti dei loro figli, ciò è significativo del fatto che, anche se la legge italiana concede la libertà sessuale al minore, i genitori dovrebbero fare da sentinella ai loro comportamenti.

sc

immagine: iltempo.it

 

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Articolo pubblicato il 29/06/2018