L'angolo della satira del prof. Giancarlo Pavetto - Quel filo di lana sotteso tra la Brexit e le sardine italiane

Dall’INVASOR di ieri a quello di oggi

La vittoria di Johnson nelle elezioni inglesi e la conferma senza dubbi della Brexit ha gettato nella confusione i cervelli di tutti gli eurofili e di chi ama perdutamente questa europa assoggettata ai tedeschi della Merkel.

Si è fatto sentire tra gli altri uno strano individuo born in Usa che si definisce scrittore ed opinionista, ma che vive e vegeta da anni tra noi, perché nessuno in America lo vuole indietro. Da  tanti anni vive in Italia, ma non è ancora riuscito a perdere quella cadenza e quel birignao che erano tipici della parlata di Stanlio ed Ollio. Si chiama Alan Friedman ed ha affermato, sconvolto dalla rabbia”: Pietà pei poveracci che hanno votato per farsi male” E poi, da buon liberal progressista ed europeista deluso, ha proseguito dicendo che Boris Johnson “ ha vinto più voti laddove la gente è meno istruita e i lavoratori sono poco qualificati”

I piddini hanno perso la testa e si sono scagliati come un sol uomo nei confronti di una vignetta satirica che rappresentava un ragazzo biondo, (Johnson) che usciva saltellando felice da una specie di lager chiamato Europa. Lesa maestà dell’UE, hanno dichiarato, chiedendo per l’autore l’espulsione dall’ente in cui lavora. In altri tempi, da buoni comunisti, ne avrebbero certo richiesto l’internamento in qualche zona della Siberia, con una condanna ai lavori forzati.

Questa chirurgica amputazione di un membro della loro amata U.E. ha gettato nella disperazione i poveracci che, raggruppati intorno alla Bonino, hanno dato vita al partitino “+Europa”, e si ritrovano la loro creatura dimezzata.

Ma ha gettato nella più drammatica depressione tutti i radical scic del paese e quel magma filoeuropeo che alligna nelle redazioni dei giornali di Cairo e dei De Benedetti.

Hanno reagito in coro e, come sempre succede quando imbattono il loro cranio vuoto in un leader di centro destra, hanno cercato, come scrive Azzurra Barbuto, di consegnare ai loro lettori “l’immagine di un soggetto maschilista, donnaiolo, ignorante, rude, ossessionato dal potere”. Anche se Boris Johnson incarna nell’immaginario dei popoli quell’ideale di “UOMO FORTE” di cui sentono il bisogno anche gli italiani”.”Un individuo, maschio o femmina che sia, capace di andare contro corrente, di mantenere una certa coerenza, di avventurarsi in operazioni da altri giudicate impossibili come l’abbandono della Unione Europea”.

Ho parlato nel titolo di un filo di lana che si distende tra la Brexit ed il movimento delle sardine. Un filo che ha nulla a che vedere con l’agglomerato di ragazzotti supponenti e di anziani agit-prop  vetero comunisti.

E’chiaro che sono teleguidati e spinte nelle piazze dal bolognese Prodi, con i soldi del partito che si dice democratico, ma che è l’erede più autentico del comunismo.

Le sardine, come le acciughe ed altri pesci insignificanti, che servono da cibo per i pesci grossi, sanno muoversi solo in branco, tutte insieme, ed emettono comunicati senza senso che ben pochi di loro sono in grado di comprendere.

Si tratta di una sottospecie ittica destinata presto ad estinguersi ed il suo destino è quello di fondersi ed annullarsi con altre realtà politiche che tutti conoscono.

Il filo di lana, o la liaison per dirla alla francese, è costituito dall’inno che le cosiddette sardine amano cantare insieme nelle piazze alla guisa di un mantra, per darsi un’identità. Si tratta di BELLA CIAO.

Ma non tutto l’inno, che non viene affatto dai canti della resistenza, (come loro amano far credere) ha un filo di lana che lo lega alla Brexit. Solo una frase può essere extrapolata dalle altre strofe. Quella che recita: “stamattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”.

In passato l’INVASOR era il tedesco di Hitler.  Aveva occupato con il suo esercito e con le sue SS l’Italia e si comportava come un padrone assoluto, compiendo stragi ed eccidi un po' ovunque.

L’INVASOR di oggi è ancora sempre il tedesco. Che ha sottomesso ai suoi disegni economici gli euroburocrati annidati in Bruxelles e Strasburgo e domina incontrastato, attraverso dei trattati imposti da Angela Merkel e dal suo schiavetto Macron, gli altri paesi dell’Europa.

Purtroppo, con il consenso e l’acquiescenza di politicanti italiani del calibro del mite Paolo Gentiloni e dell’ectoplasma sinistro David Sassoli, che sono talmente rintronati dall’amore per l’UE, che, non solo non osano opporsi, ma che considerano populisti, globalisti, xenofobi ed anche fascisti chi vuole resistere e contrastare quel nuovo INVASOR che un mattino abbiamo trovato al nostro risveglio.

(immagini The New York Times - bdtorino.eu - Spieghel)

 

 

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Articolo pubblicato il 19/12/2019