Antonio Scarpa, un illustre cultore dell'Arte Medica, non amato dai colleghi, ma così benvoluto da un suo allievo che volle portarsene a casa un pezzo.

 

Vi sono figure di medici del passato la cui vita sembra ricca di episodi curiosi, meritevoli di non essere dimenticati. Uno di questi è Antonio Scarpa nato a Lorenzaga  di Motta di Livenza il 9 maggio del 1752. Fu un valente studioso di anatomia ed insigne neurologo, scoprì il nervo naso-palatino che da lui prende il nome, il labirinto membranoso, l'endolinfa e il ganglio del ramo vestibolare (ganglio di Scarpa) e lasciò molte riflessioni  sulla neuroanatomia che sono tutt ora valide.

Si era laureato in medicina e chirurgia, con lode, dall'Università di Padova dove divenne rapidamente professore e capo del dipartimento di anatomia e chirurgia grazie al supporto ottenuto da Giovanni Battista Morgagni. Il giovane studioso divenne rapidamente  professore e capo del dipartimento di anatomia e chirurgia presso l'Università di Modena solo due anni più tardi, nel 1772. Dopo la sua nomina, compì numerosi viaggi  nei Paesi Bassi, in  Francia ed  in Inghilterra. Nel 1783, l'imperatore Giuseppe II d'Austria lo nominò  professore di anatomia presso l'Università di Pavia. Nel 1805, dopo essere stato incoronato Re d'Italia, si recò a Pavia per cercare quello che ormai era un  famoso anatomista, ma dopo aver appreso che Scarpa era stato licenziato dall'Università a causa del suo rifiuto di giurare fedeltà al nuovo re, Napoleone ordinò di richiamarlo in servizio e si ricollocarlo nella sua posizione.

xvb svI suoi numerosi successi negli studi della  neuroanatomia lo portarono ad essere accolto nella prestigiosa Royal Society e, grazie al suo Latino fluente e alle innate doti di oratore, venne sopranominato "Magister eloquentiae maximae". Probabilmente i suoi impegni lo distrassero a tal punto da non permettergli una vita familiare, così non si sposò mai. Si racconta però che ebbe numerosi figli illegittimi dalle molti amanti che gli si attribuivano.

Ed è proprio studiando le ernie inguino-femorali (o crurali) e la tecnica della  legatura dell'arteria femorale nel terzo prossimale, che Scarpa descrisse in maniera impeccabile l'area anatomica sulla coscia formata dai muscoli sartorio, adduttore lungo e dal legamento inguinale, che prese il nome di triangolo di Scarpa in onore dell'illustre studioso, e che fa parte ancor oggi della nomenclatura medica internazionale.

Come chirurgo, Scarpa dedicò molta attenzione agli aneurismi ed alle operazioni di riduzione e contenzione delle ernie. Ma non solo, dedicò parte dei suoi studi  alla chirurgia pediatrica ed ha lasciato brillanti descrizioni del piede torto congenito. Il trattato di Scarpa sull'anatomia dell'orecchio medio venne  pubblicato già nel 1772, due anni dopo la laurea, e il suo lavoro sull' anatomia e sulle malattie degli occhi, dal 1801 gli assicurò il titolo di "padre di Oftalmologia Italiana", perché fu la prima pubblicazione su tale branca specialistica in lingua italiana.

Sono notevoli le sue osservazioni sul trattamento  della cataratta e delle tecniche chirurgiche  in genere, relative alla patologia del bulbo oculare. Fu anche un valente artista e, nel 1794, Scarpa pubblicò una raccolta di tavole, realizzate da lui stesso in cui presentò il risultato di oltre 20 anni di ricerche sul sistema nervoso, permettendo  allo studioso di comprendere appieno quanto grande fosse il suo straordinario innato talento artistico.

Le tavole da lui disegnate sono ricche di dettagli e delineano con precisione i reali rapporti anatomici; in questi lavori, Scarpa realizzò una rappresentazione in scala 1: 1 dei nervi vago, glossofaringeo e ipoglosso. Questi nervi non erano mai stati graficamente rappresentati prima con tanta precisione e accuratezza. Inoltre, per la prima volta nella storia, disegnò uno schema  della innervazione cardiaca dimostrando che le ramificazioni terminali dei nervi cardiaci sono direttamente collegate alle fibre muscolari del cuore.

Scarpa non fu un personaggio dal carattere facile; ricoprì  a lungo e ripetutamente la carica di Rettore afwregf Pavia e poi, negli ultimi anni, quella di Direttore degli Studi Medici. Non aveva un buon carattere ed era molto autoritario ed arrogante, così  ebbe pochi amici e molti avversari. Fu senza dubbio sempre apprezzato per il suo indiscutibile valore, ma venne temuto ed anche odiato da più di una persona. Ebbe buoni rapporti con Volta; ma il suo livore verso Spallanzani e Rasori non deponeva certo a favore del suo carattere. I suoi ultimi anni di vita, furono resi meno difficili dalla presenza di alcuni allievi, forse soltanto da due di questi , il chirurgo Cairoli e Panizza, che sarà il suo successore alla cattedra di anatomia. Nonostante i risultati straordinari nel campo della medicina, la statua in marmo che gli venne dedicata, fu deturpata subito dopo la sua morte. La causa di un simile gesto è da ricercare nella sua arroganza, dal momento che gli piaceva sempre sottolineare la sua superiorità.

Alla sua morte gli vennero amputati il pollice e l'indice dai suoi assistenti,  che poi asportarono anche  il suo tratto urinario e,  dopo una adeguata preparazione,  ne ricavarono preparati anatomici. La notte l'illustre professore venne lasciato  solo con un  giovane assistente, incaricato di vegliare  la sua salma. Questi, volendo conservare un ricordo del Maestro, gli staccò la testa dal busto, forse per  tenerla per se e conservarla a futura memoria. Questo cimelio, fortunatamente recuperato, è ancora esposto nel Museo della Storia dell'Università; si ignora, invece, dove siano finiti gli altri resti di questo vegliardo insigne  morto dopo una vita di successi,  in triste solitudine.

 

foto triangolo di Scarpa da https://www.google.it/searchq=triang+scarpa&rlz=1C1NHXL_itIT705IT705&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwiDkpmc4pPSAhUlBsAKHeA2ApgQ_AUICCgB&biw=1706&bih=1192#imgrc=I2veoi9x1-gEUM:

 

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Articolo pubblicato il 17/02/2017